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Lunedì 9 dicembre 2024

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Esplose colpi contro una casa al campo nomadi, è a processo

Un uomo rinviato a giudizio con l'accusa di detenzione illegale di armi e minaccia, in una faida tra famiglie

Cuneo

La Guida - Esplose colpi contro una casa al campo nomadi, è a processo

Con l’accusa di detenzione illegale di armi e minaccia è stato rinviato a giudizio J. A., residente a Cerialdo al campo nomadi di via del Passatore; l’uomo è accusato di aver esploso alcuni colpi di pistola contro la casa di altri due residenti del campo che dormivano nell’alloggio insieme alla figlia 29enne e alla nipotina di 7 anni. I colpi furono sparati nella notte fra il 2 e il 3 febbraio 2020 da una calibro 38 e mandarono in frantumi i vetri di due finestre, uno si conficcò nel muro del soggiorno. Nessuno rimase ferito ma l’episodio destò molta paura, anche se dopo l’intervento della Polizia quella sera stessa, non ci fu mai alcuna denuncia. Al presunto responsabile gli agenti della Squadra Mobile arrivarono grazie alle intercettazioni telefoniche cui erano sottoposti alcuni residenti del campo nell’ambito di un’altra indagine su una serie di furti ai danni di istituti di credito. In aula uno degli agenti della Squadra Mobile che aveva condotto le indagini ha riferito che si trattava di una faida familiare tra la famiglia che abitava nell’alloggio oggetto della minaccia e quella dell’imputato, arrabbiato perché sua figlia minorenne avrebbe frequentato J. M., compagno della 29enne e padre della bambina residenti nel campo: “Tempo prima era stato denunciato l’allontanamento della figlia minorenne, poi ritrovata dalla Polizia a Montecatini in compagnia dell’uomo che era residente in Toscana”, ha riferito l’assistente capo Giostra. Dalle successive intercettazioni telefoniche sull’utenza dell’imputato era emerso che J. A. parlando con un uomo diceva di avere sempre a portata di mano un’arma perché non sapeva come potesse finire quella discussione, mentre una minaccia diretta (“Stavolta sei morto”), proveniente dall’utenza dell’imputato, era stata intercettata su quella di J. M. Nel corso dell’indagine erano emersi anche i ruoli di altri residenti nel campo che avevano assunto un ruolo di pacieri nella vicenda; proprio dalle intercettazioni sull’utenza telefonica di uno di questi prese avvio l’indagine “Family Affairs” su una serie di furti in abitazioni nel cuneese, che portò all’arresto di numerose persone e al recupero di varie centinaia di migliaia di euro. Il processo è stato rinviato al 18 ottobre per gli altri testimoni.

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