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Lunedì 14 ottobre 2024

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Picchiato con un bastone per una precedenza, un uomo a processo

Il fatto avvenne in una borgata di Sampeyre il 15 maggio 2021, dopo un diverbio in auto

Sampeyre

La Guida - Picchiato con un bastone per una precedenza, un uomo a processo

Preso a calci e pugni e picchiato con un bastone per una mancata precedenza; è quanto sarebbe accaduto in una borgata di Sampeyre il 15 maggio 2021 a un giovane del luogo, picchiato da padre e figlio (poi deceduto). Ora S. M. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni aggravate e il giovane si è costituito parte civile al processo che è in corso al tribunale di Cuneo. Il giorno della lite il giovane stava salendo verso la borgata in auto con la madre quando, a circa un centinaio di metri dalla piazzetta, incrociò l’auto della sorella dell’imputato. La stradina era stretta e dietro all’auto del giovane si era accodata anche l’auto di tre ragazzi. I conducenti delle vetture che salivano dissero alla signora di fare retromarcia fino alla piazzetta; stando alla versione della difesa però sarebbero volate anche parole pesanti sulle capacità di guida della signora da parte degli occupanti dei veicoli che stavano salendo verso la borgata. Una situazione di tensione che sembrò essere risolta dall’arrivo del nipote della signora che prese la guida della vettura della zia e portò indietro l’auto fino alla piazzetta. A quel punto, invece, la situazione degenerò. Conclusa la manovra l’uomo infatti sarebbe sceso dall’auto e si sarebbe diretto verso il giovane tirandolo fuori dall’auto per picchiarlo. Sul posto sarebbe arrivato anche il padre dell’uomo, l’imputato S. M., con un bastone nascosto sotto la giacca e con quello lo avrebbe picchiato sulle spalle e sul collo. Il giovane sarebbe poi stato scaraventato oltre un muretto, in un piccolo dirupo di due metri in mezzo ai rovi e ancora picchiato da padre e figlio. I tre ragazzi dell’altra auto a quel punto sarebbero intervenuti per trattenere padre e figlio, per soccorrere il giovane e chiamare ambulanza e Carabinieri. A seguito della prognosi di 47 giorni al giovane venne prescritto il collare per sette giorni, e successivamente altri esami specialistici per risolvere il problema dei continui mal di testa. Questa la versione dei fatti raccontata dalla vittima dell’aggressione e confermata dai tre ragazzi che intervennero in suo aiuto. Diverso invece il racconto della nuora dell’imputato, intervenuta sul posto a lite ormai conclusa, e ancora diverso il racconto della sorella dell’imputato; secondo la zia sarebbe stato il giovane a sferrare il primo pugno e poi i due avrebbero continuato a picchiarsi nel dirupo sotto lo sguardo degli altri tre ragazzi che anziché intervenire per dividerli, avrebbero incitato a parole il giovane. Sarebbe stata lei a dividerli, notando che il nipote aveva male allo sterno. La nuora dell’imputato ha invece raccontato di essere stata lei a dividere i due e che nel dirupo non c’era nessun altro oltre al marito e al giovane. Nella versione della zia era anche sparita la pietra che la nuora dell’imputato aveva visto in mano al marito e che nel momento in cui lo aveva calmato era caduta sul suo piede. Le due versioni concordavano però sul fatto che S. M. era rimasto estraneo alla lite fra i due e che in mano non aveva mai avuto un bastone. Il processo proseguirà il 31 maggio.

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