Borgo San Dalmazzo – “Bisogna sapersi accontentare”. Così risponde Giovanni Bertaina quando gli chiedono il segreto della sua longevità.
Giovanni ha compiuto 100 anni il 30 aprile scorso. Oggi pomeriggio (venerdì 5 maggio) è stato ricevuto in municipio dove la sindaca Roberta Robbione e l’assessora Michela Galvagno gli hanno consegnato un attestato e lo hanno festeggiato a nome di tutta la comunità di Borgo. Ad accompagnarlo c’erano le nipoti e i vicini di casa, con i quali Giovanni (che vive tutt’ora da solo) ha stretto un bellissimo rapporto.
Nato a Vernante, primo di quattro fratelli (già mancati), Giovanni (anzi “Gian ‘d Nisia”, ossia figlio di Venanzia, come è conosciuto in val Vermenagna) ha trascorso la giovinezza e parte dell’età adulta a Palanfrè (località cui è molto legato) dedicandosi all’allevamento delle mucche. Negli anni ’60 un primo trasferimento in una cascina di Castelletto Stura e in seguito a Borgo, dove ha lavorato per qualche anno alla Bertello, alla STS e alla Clinica Monteserrat. In pensione da oltre 40 anni, ha continuato a occuparsi dei suoi due orti, uno a Borgo e l’altro a Palanfrè.
Lucido e spiritoso, Giovanni vive da solo, completamente autonomo. Solo da qualche mese viene aiutato dalle nipoti per la preparazione dei pasti. È in buona salute, l’unica lamentela è per i dolori alle gambe.
Ancora l’anno scorso, a luglio, si è messo al volante della sua Panda per raggiungere Palanfrè dove ha trascorso, come fa da una vita, i mesi estivi. Nel 2022 gli hanno rinnovato la patente, ma da qualche mese non guida più l’auto. “Se avessi un incidente – spiega – passerei sicuramente dalla parte del torto, vista la mia età”.
Celibe (“Non mi sono mai sposato perché avevo troppe pretendenti”, dice tra il serio e il faceto), ha sei nipoti (Adelina, Giuseppe, Cristina, Venanzia, Giuseppina, Nicolina), di cui un paio in Francia, diversi pronipoti e anche un trisnipote, il piccolo Marius, che ha tenuto in braccio il giorno del compleanno.
Un vero personaggio, conosciuto in valle anche per le sue doti di guaritore. Molto religioso, fino allo scorso anno frequentava abitualmente la Messa delle 9 a Gesù Lavoratore, sedendosi nelle prime file. Anche l’ex parroco don Marco Riba gli ha fatto arrivare un messaggio di auguri.
Alla casa di riposo non ci vuole andare e non ne ha bisogno, grazie alla rete di sostegno che si è creata attorno a lui, con le nipoti che lo vanno a trovare tutti i giorni e i vicini di casa su cui sa di poter contare per ogni evenienza. “Un aiuto preziosissimo – sottolineano le nipoti -, un grosso ringraziamento va alle famiglie Bertaina, Dalmasso e Viale che sono sempre presenti”.
Quanto al centenario, lui guarda avanti senza paura. “La prossima festa – dice – la faremo per i 120 anni”.