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Lunedì 14 ottobre 2024

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Morì un anno dopo l’incidente stradale, assolta la conducente

Un 71enne monregalese era rimasto paralizzato a seguito dello scontro tra il suo scooter e un'auto, nel settembre 2018

La Guida - Morì un anno dopo l’incidente stradale, assolta la conducente

Mondovì – Si è concluso con un’assoluzione il processo per l’omicidio stradale di V. M., 71enne monregalese che perse la vita a un anno di distanza dall’incidente che lo lasciò completamente paralizzato. La signora E. G., conducente della Fiat Panda che il 28 settembre 2018 venne urtata nella parta posteriore sinistra dallo scooter della vittima, era accusata di essersi immessa sulla carreggiata dopo aver effettuato una breve sosta senza guardare se dietro di lei provenissero altri mezzi; lo scooter del signor V. M. l’aveva urtata sulla parte posteriore e in seguito alla rovinosa caduta a terra l’uomo restò completamente paralizzato e dopo circa un anno morì. In aula avevano deposto i Carabinieri intervenuti dopo poco sul luogo dell’incidente; uno di loro disse che era riuscito a scambiare qualche parola con l’anziano prima che l’elisoccorso lo trasportasse in codice rosso al Cto di Torino e aveva riferito al giudice che V. M. aveva detto di non essersi accorto dell’auto. Quando però più tardi parlò con i parenti che erano accorsi all’ospedale, l’uomo aveva raccontato di non essere riuscito a evitare il tamponamento perché l’auto aveva iniziato a immettersi sulla carreggiata. Diverse anche le conclusioni a cui erano giunti i due periti di della parte civile e della difesa; secondo l’esperto chiamato dai parenti della vittima, l’auto non avrebbe dovuto fermarsi in quel punto perché c’era una piazzola poco più avanti dove poter sostare in sicurezza e non era da escludere che l’auto stesse facendo manovra di immissione nella carreggiata proprio mentre transitava lo scooter. Secondo il perito della difesa invece, in mancanza di segnaletica che proibisse la fermata in quel punto, l’auto aveva il diritto a effettuare una breve sosta e il fatto che le due auto che precedevano lo scooter avessero agevolmente superato la Fiat Panda significava che l’auto era ferma e che il conducente dello scooter non aveva mantenuto la distanza di sicurezza dai due veicoli che lo precedevano, andando a sbattere contro l’auto ferma a bordo strada. Secondo l’accusa il reato però era provato e per questo aveva chiesto la condanna dell’imputata a un anno e sei mesi di reclusione, tesi a cui si era associata la parte civile e opposta la difesa dell’imputata ribadendo l’innocenza della propria assistita: posizione accolta dalla giudice che ha assolto la donna perché il fatto non costituisce reato.

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